La Caritas Ambrosiana con le Caritas delle diocesi della Lombardia sarà gemellata con le frazioni attorno ad Amatrice. La decisione è stata presa dai delegati delle Caritas regionali e di Caritas Italiana durante la riunione che si è svolta nel palazzo episcopale a Rieti nel fine settimana, a circa due mesi dal terremoto che, nella notte del 24 agosto, ha devastato questo angolo dell’Italia centrale. L’area è costituita da 30 piccoli borghi sparsi sui monti, lungo la faglia sorgente del sisma, che ha aperto sul terreno un ferita ancora visibile per 25 chilometri.
Piccoli centri rasi al suolo, come ad esempio Saletta, un paese fantasma dove anche la chiesa è crollata, o Retrosi. Gli abitanti di questi centri, per lo più agricoltori e allevatori, non hanno voluto lasciare i loro animali e vivono nei moduli prefabbricati accanto alle stalle. Ora con l’avvicinarsi dell’inverno e delle neve rischiano di rimanere isolati. “Il vescovo, monsignor Domenico Pompili, ci ha invitato a fare tre cose: stare accanto alle persone, promuovere le attività produttive e ricostruire il senso di identità”, ha detto il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti che ha partecipato all’incontro.
“Questi saranno dunque gli assi portanti del nostro intervento – dice Gualzetti – che comincerà già nelle prossime settimane con l’invio degli operatori stabili nel territorio per almeno un anno che affiancheranno i colleghi di Caritas Rieti già presenti. Siamo consapevoli che il terremoto non è alle spalle, ma davanti a noi e, anzi, proprio ora inizia forse il momento più difficile”.
Nel frattempo continua la raccolta fondi per i terremotati. Fino ad ora i fedeli ambrosiani hanno donato 2.567.313 euro, di cui 1.213.313 raccolti dalle parrocchie grazie alla colletta nazionale della Cei promossa dalle diocesi di Milano e 1.354.000 da Caritas Ambrosiana.